lunedì 24 agosto 2009

La base sono io!

Ho avuto un sogno: ero come Luigi XIV che invece dello stato credeva di essere la base del partito.
Sono impazzito? No, non per il momento almeno, mi sono risvegliato e ho capito che tutto ciò mi è stato fatto credere dalla Voce, che partendo dal mio articolo inserito su questo blog, ha colto l'occasione per mostrare un partito spaccato, dove la fantomatica base non approva che Bersani vada al Meeting. Evidentemente il mio intento era altro ed era chiaro: volevo stimolare un dibattito nel mio circolo, attraverso il blog, sulla questione che avevo descritta, e discuterne.
Mi piacerebbe essere l'incarnazione terrena della Base, essere come un entità mitica, ma ahimé sono solo un semplice iscritto con delle idee, sul quale vuole confrontarsi. In ogni caso quando diventerò la volontà generale del Partito e sarò in disaccordo con i dirigenti farò in modo che i giornalisti lo sappiano per primi e che non debbano mai più andare a cercarsi la notizia in un qualsiasi blog di circolo.
Ora la Base prende e se ne va al mare!

Lorenzo Certelli

4 commenti:

  1. gaudium magnum... è evidente che ormai la qualità dell'informazione data da alcuni giornali è al minimo, o meglio dire "alla canna del gas" se hanno bisogno di scovare il blogger di un piccolo circolo, per farne un articolo da prima pagina... bah... non mi pare nemmeno che abbiano colto il senso concreto del testo e la sua vera critica. In ogni caso nel merito mi permetto di obiettare che (pur condividendo quello detto su cl)è una prassi oramai consolidata tra i leader di centro sinistra quella di partecipare ai dibattiti all'interno del meeting.
    Oltre per la dimensione e l'amplia platea che offre la manifestazione (e prenderne parte, non vuol dire scendere a patti ne ricercare il consenso di quel "mondo") è anche una responsabilità. Infatti vengono continuamente aperti tavoli di confronto su temi politici-economici e sociali in cui come forza di governo o opposizione che sia abbiamo il dovere di non sottrarci. E' corretto che in una manifestazione così politicamente distante da noi, emerga anche il nostro punto di vista,l'Italia che vorremmo e il modello di sviluppo che abbiamo in mente.
    Inoltre non è un caso se è Bersani ad essere chiamato ad un confronto sulla situazione economica e la crisi globale, assieme ad un personaggio come il governatore della banca d’Italia.
    Sarà forse perché ne ha le capacità e non perché ha deciso di prendere posto in qualche salotto ciellino, strizzando l’occhio o facendo cose simili a inciuci.
    In un momento di crisi come questo, secondo me, avere competenze in materia di sistemi economici e welfare è assolutamente prioritario, essendo questo un momento in cui la coesione sociale dettata dal lavoro e la vita stessa delle persone sono a rischio e il sistema rischia di rompersi.
    Sono caratteristiche che a uno come Bersani penso che gli debbano essere oggettivamente riconosciute.

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  2. Io sono il primo che riconosce le capacità in materia economica a Bersani, ma non capisco bene questo cosa centri con il fatto che va al Meeting.
    La questione è un altra: tu dici che essendoci un amplia platea e molti tavoli di lavoro è bene partecipare; io invece pongo la questione diversamente: ci sono valori, che sono quelli costituzionali, che in quei luoghi vengono calpestati, la grande platea di cui parli è una platea che ci è antagonista. I tavoli di lavoro li sapremo fare anche noi penso, senza aver bisogno di quelli del Meeting, e dunque ripeto che non vedo perché dobbiamo continuare a cercare il dialogo con chi non lo vuole, con chi rifiuta a priori i nostri valori.

    Lorenzo Certelli

    P.S. non capisco cosa implichi il fatto che sia una prassi andare al Meeting: vuol dire che è giusto?

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  3. "riformiamo" le prassi, soprattutto quelle che non riteniamo corrette.
    Per una volta, proviamo ad andare controcorrente. Iniziamo a fare solo quello che riteniamo sia giusto lasciando da parte il politically correct.

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  4. Capacita' economiche da parte di Bersani?
    Nel '99 D'Alema e Bersani all'epoca al governo favorirono la scalata in Borsa del gruppo telecom, all'ora in perfetta salute economica,da quelli che all'epoca vennero definiti "capitani coraggiosi": Gnutti &Co.
    In verita' erano speculatori senza piani industriali all'altezza del gruppo telecom.
    Scalarono telecom senza soldi ma solo con la benedizione politica di D'Alema e Bersani.
    Rileggiamo la storia di quella vicenda e scopriremo che all'epoca anche a sinistra la speculazione finanziaria piaceva parecchio.

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