Le elezioni amministrative svoltesi tra domenica e lunedì hanno rispettato, dal punto di vista dell'affluenza, il trend negativo in atto da diversi anni. Parlare di calo ancor più netto significa non tener conto del fatto che nel 2008 le amministrative erano accorpate alle nazionali, ma questo non limita la gravità della cosa.
La disaffezione dei cittadini nei confronti della politica, anche a livello locale, è una delle grandi sfide che i partiti e il centrosinistra in particolare devono affrontare, perché la partecipazione popolare è il fondamento che legittima la gestione della cosa pubblica.
Altro dato innegabile è il buon risultato - sempre al netto del calo dell'affluenza, lo rimarchiamo - del centrosinistra, avanti, in vista del ballottaggio, in tutte le città più importanti. Segno che il Partito Democratico, da tanti dato prematuramente per "morto", è invece vivo nella fiducia di tanti cittadini che, aldilà delle evidenti contraddizioni e delle spaccature a livello nazionale, riconoscono al PD la capacità di produrre una classe di amministratori locali affidabili e preparati. Ovviamente si tratta di una fiducia condizionata, e va quindi meritata ogni giorno con l'impegno e la serietà.
Il terzo importante dato è il crollo del Movimento 5 Stelle che, dopo il grandissimo risultato delle politiche, non riesce a portare alcun suo candidato al ballottaggio.
Ciò nasce, secondo me, da diversi fattori, primo tra tutti l'immobilità dei grillini in Parlamento.
Il M5S stelle aveva promesso di "aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno"; invece, dopo aver rifiutato qualsiasi forma di alleanza con il centrosinistra, sprecando così l'occasione di portare al centro della discussione le proprie battaglie e lasciando "inutilizzati" i propri milioni di voti, è ora impantanata tra i litigi sulle diarie, la repressione del dissenso interno, le difficoltà nel presentare Disegni di Leggi e la mancanza di quello che sarebbe dovuto essere uno dei valori fondanti del Movimento, cioè la trasparenza.
Il parallelo tra elezioni politiche e amministrative è inoltre azzardato, in quanto, nonostante i 5 Stelle amino raccontarsi come un movimento "dal basso", sono indissolubilmente legati alla figura di un leader carismatico (il quale, alla faccia delle "democrazia liquida" e delle ormai fantomatiche piattaforme, comanda su tutto). Se a livello nazionale si ha quindi la sensazione di votare per il leader, a livello locale questo meccanismo si smarrisce o, quantomeno, si affievolisce.
Probabilmente al risultato negativo ha concorso anche la gestione di quella che Grillo aveva definito la Stalingrado - parallelo secondo me orribile, in quanto ad assediare Stalingrado furono i nazisti - del Movimento, ovvero Parma, dove la promessa su cui si era basata una intera campagna elettorale, cioè il blocco dell'inceneritore, è stata puntualmente disattesa (il recente blocco è temporaneo e non è merito di Pizzarotti, anzi), mentre il debito creato dalla giunta Vignali viene tamponato mandando alle stelle la retta degli asili.
A limitare i danni, per il Movimento, non è bastato neanche l'opportunismo retorico del suo leader, capace di citare Berlinguer nella "rossa" Emilia come di esprimersi contro gli immigrati nelle terre dove fa incetta di voti la Lega Nord, dimostrando come il suo dichiararsi né di destra né di sinistra sia solo uno specchietto per le allodole dietro il quale nascondere la ricerca disperata di voti attraverso l'incoerenza argomentativa.
Tutto ciò evidenzia la necessità di riportare la politica a essere espressione di un confronto reale tra cittadini alla pari, non una parola vuota subordinata agli anatemi lanciati da un blog. Non si governa con gli slogan, le promesse irrealizzabili e i "vaffanculo", ma con l'impegno e l'attenzione alle necessità reali dei cittadini, partendo da quelli che sono maggiormente in difficoltà.
mercoledì 29 maggio 2013
venerdì 24 maggio 2013
“Un manifesto per mettere in valore la propria identità”
I
VALORI…
Nella sua storia
Santarcangelo ha affrontato momenti difficili, dai quali è uscita con la sua
capacità di rinnovarsi ed essere protagonista del cambiamento, certo a volte
con errori anche visibili, rimanendo sempre ancorata ad una identità che altri
non possiedono in pari misura.
Un identità che fa
essere Santarcangelo una città unica diversa dalle altre e non omologabile, una
città accogliente ed ospitale , una città delle tradizioni ma aperta ai
cambiamenti più innovativi, una città laboriosa e di eccellenze culturali, una
città con individualità forti ma profondamente solidale, una città nella quale
le parole sono state capaci di muovere il fare, una città stretta attorno al
suo centro storico che guarda alla Valle del Marecchia come ad uno scrigno di
bellezza al quale donare e ricevere doni preziosi!
L’identità unica, mantenuta
e rafforzata nei secoli, è stata e può
essere ancora la vera risorsa di Santarcangelo in questo momento difficile.
Il quadro che tutti
noi abbiamo davanti è alquanto complesso: da una parte una crisi economica, che
giorno dopo giorno toglie speranza creando povertà e paura, portando con sé una
difficoltà seria di tenuta del tessuto sociale, che ci impone di ripensare
anche alla nostra città, trasformando gli elementi negativi della crisi in
opportunità per un nuovo punto di equilibrio da cui poter ripartire per
progettare nuovi orizzonti.
Dall’altra parte la
crisi della politica ci ha messo davanti al fatto concreto che la politica, le
istituzioni, i partiti, i sindacati e le aggregazioni spontanee non
rappresentano più quel solido collante tra cittadino e cosa pubblica.
Più che mai oggi, la
politica deve tornare ad essere esempio di impegno civile e morale, attraverso
un vero dibattito aperto, oltre gli schieramenti, le provocazioni e i calcoli
elettorali, sui temi concreti di cambiamento per la nostra Santarcangelo e per come
la immaginiamo nel futuro prossimo.
Il cambiamento, per
l’Italia e anche per noi, è un dato imprescindibile, dal quale può partire la
rinascita o confermarsi il declino di un paese, di un’appartenenza sociale.
Siamo consapevoli del
fatto che è nostro compito ora chiederci e darci una risposta collettiva sul
come immaginiamo possa essere la Santarcangelo del domani, con quali
caratteristiche e quali risorse.
Oggi la città vive un
presente importante di qualità, mettendo a frutto i risultati di anni di
prezioso lavoro e di politiche lungimiranti d’investimenti pubblici, collocandosi
tra i luoghi considerati di eccellenza del territorio circostante.
Non dimentichiamo però
che la rendita non è infinita, che compiacersi non può essere un limite allo
stimolo della crescita e del miglioramento.
Piuttosto invece,
ognuno con i propri valori e la propria storia sulle spalle, dobbiamo
cominciare a ragionare su come coniugare nuove idee e nuove prospettive alle
esigenze dei cittadini e alla forza dell’identità e dell’appartenenza a
Santarcangelo.
Qualcuno diceva “libertà è partecipazione” e proprio
un percorso partecipativo, libero e aperto rispetto a qualsiasi elaborazione in
atto, sembra essere la miglior strada da percorrere per raggiungere un nuovo
punto di slancio.
L’identità, l’onestà, l’autonomia,
la solidarietà, il rispetto per la cosa pubblica; questi sono i valori che
insieme decidiamo di rendere protagonisti delle nostre discussioni.
Tutto ciò, significa
interrogarsi per mettere in gioco le risorse materiali e immateriali della
città su alcuni temi che necessitano di risposte nuove e innovative.
Tramite questo appello
pubblico, si cercherà il coinvolgimento e la partecipazione di ognuno, libero
cittadino, portatore di interesse o associazione che rappresenti una categoria
o un interesse civile, politico e sociale.
Si invita la città ad
un dibattito collettivo, anche attraverso i mezzi del ventunesimo secolo,
veloci come il web, democratici come un’agorà greca, capaci di segnare la
strada più adatta per compiere le scelte migliori nel perseguimento di un obiettivo comune.
Partiamo alla ricerca
di luoghi per collocare il confronto, mediante incontri pubblici, seminari e
presentazione di esperienze positive, in spazi autentici e non codificati,
conformi ad una dimensione di democrazia senza rete e dove il dialogo possa
riservare a tutti una posizione egualitaria.
Questo manifesto si
permette di tracciare una linea di partenza per la costruzione di una strada
comune molto avvincente e stimolante ma prima di tutto libera e trasparente
dove ognuno si mette al servizio di un percorso partecipativo con lo scopo di
ascoltare, studiare ed imparare, alla ricerca di prospettive nuove e
lungimiranti per tutta la collettività, tracciando un percorso di idee capace
di smuovere le coscienze. Un percorso di idee, ma anche di progetti, concreti,
tangibili, realizzabili.
Per la Santarcangelo del
domani, per chi vuole contribuire a costruire quel domani con passione.
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