mercoledì 29 maggio 2013

Ripartire dalla politica reale: le amministrative del 26 e 27 Maggio

Le elezioni amministrative svoltesi tra domenica e lunedì hanno rispettato, dal punto di vista dell'affluenza, il trend negativo in atto da diversi anni. Parlare di calo ancor più netto significa non tener conto del fatto che nel 2008 le amministrative erano accorpate alle nazionali, ma questo non limita la gravità della cosa.
La disaffezione dei cittadini nei confronti della politica, anche a livello locale, è una delle grandi sfide che i partiti e il centrosinistra in particolare devono affrontare, perché la partecipazione popolare è il fondamento che legittima la gestione della cosa pubblica.

Altro dato innegabile è il buon risultato - sempre al netto del calo dell'affluenza, lo rimarchiamo - del centrosinistra, avanti, in vista del ballottaggio, in tutte le città più importanti. Segno che il Partito Democratico, da tanti dato prematuramente per "morto", è invece vivo nella fiducia di tanti cittadini che, aldilà delle evidenti contraddizioni e delle spaccature a livello nazionale, riconoscono al PD la capacità di produrre una classe di amministratori locali affidabili e preparati. Ovviamente si tratta di una fiducia condizionata, e va quindi meritata ogni giorno con l'impegno e la serietà.

Il terzo importante dato è il crollo del Movimento 5 Stelle che, dopo il grandissimo risultato delle politiche, non riesce a portare alcun suo candidato al ballottaggio.

Ciò nasce, secondo me, da diversi fattori, primo tra tutti l'immobilità dei grillini in Parlamento.
Il M5S stelle aveva promesso di "aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno"; invece, dopo aver rifiutato qualsiasi forma di alleanza con il centrosinistra, sprecando così l'occasione di portare al centro della discussione le proprie battaglie e lasciando "inutilizzati" i propri milioni di voti, è ora impantanata tra i litigi sulle diarie, la repressione del dissenso interno, le difficoltà nel presentare Disegni di Leggi e la mancanza di quello che sarebbe dovuto essere uno dei valori fondanti del Movimento, cioè la trasparenza.
Il parallelo tra elezioni politiche e amministrative è inoltre azzardato, in quanto, nonostante i 5 Stelle amino raccontarsi come un movimento "dal basso", sono indissolubilmente legati alla figura di un leader carismatico (il quale, alla faccia delle "democrazia liquida" e delle ormai fantomatiche piattaforme, comanda su tutto). Se a livello nazionale si ha quindi la sensazione di votare per il leader, a livello locale questo meccanismo si smarrisce o, quantomeno, si affievolisce.
Probabilmente al risultato negativo ha concorso anche la gestione di quella che Grillo aveva definito la Stalingrado - parallelo secondo me orribile, in quanto ad assediare Stalingrado furono i nazisti - del Movimento, ovvero Parma, dove la promessa su cui si era basata una intera campagna elettorale, cioè il blocco dell'inceneritore, è stata puntualmente disattesa (il recente blocco è temporaneo e non è merito di Pizzarotti, anzi), mentre il debito creato dalla giunta Vignali viene tamponato mandando alle stelle la retta degli asili.
A limitare i danni, per il Movimento, non è bastato neanche l'opportunismo retorico del suo leader, capace di citare Berlinguer nella "rossa" Emilia come di esprimersi contro gli immigrati nelle terre dove fa incetta di voti la Lega Nord, dimostrando come il suo dichiararsi né di destra né di sinistra sia solo uno specchietto per le allodole dietro il quale nascondere la ricerca disperata di voti attraverso l'incoerenza argomentativa.

Tutto ciò evidenzia la necessità di riportare la politica a essere espressione di un confronto reale tra cittadini alla pari, non una parola vuota subordinata agli anatemi lanciati da un blog. Non si governa con gli slogan, le promesse irrealizzabili e i "vaffanculo", ma con l'impegno e l'attenzione alle necessità reali dei cittadini, partendo da quelli che sono maggiormente in difficoltà.

venerdì 24 maggio 2013

Iniziamo con "Radici In Movimento": primo incontro con Gianfranco Pasquino


“Un manifesto per mettere in valore la propria identità”

I VALORI…
Nella sua storia Santarcangelo ha affrontato momenti difficili, dai quali è uscita con la sua capacità di rinnovarsi ed essere protagonista del cambiamento, certo a volte con errori anche visibili, rimanendo sempre ancorata ad una identità che altri non possiedono in pari misura.
Un identità che fa essere Santarcangelo una città unica diversa dalle altre e non omologabile, una città accogliente ed ospitale , una città delle tradizioni ma aperta ai cambiamenti più innovativi, una città laboriosa e di eccellenze culturali, una città con individualità forti ma profondamente solidale, una città nella quale le parole sono state capaci di muovere il fare, una città stretta attorno al suo centro storico che guarda alla Valle del Marecchia come ad uno scrigno di bellezza al quale donare e ricevere doni preziosi!
L’identità unica, mantenuta e rafforzata  nei secoli, è stata e può essere ancora la vera risorsa di Santarcangelo in questo momento difficile.
Il quadro che tutti noi abbiamo davanti è alquanto complesso: da una parte una crisi economica, che giorno dopo giorno toglie speranza creando povertà e paura, portando con sé una difficoltà seria di tenuta del tessuto sociale, che ci impone di ripensare anche alla nostra città, trasformando gli elementi negativi della crisi in opportunità per un nuovo punto di equilibrio da cui poter ripartire per progettare nuovi orizzonti.
Dall’altra parte la crisi della politica ci ha messo davanti al fatto concreto che la politica, le istituzioni, i partiti, i sindacati e le aggregazioni spontanee non rappresentano più quel solido collante tra cittadino e cosa pubblica.
Più che mai oggi, la politica deve tornare ad essere esempio di impegno civile e morale, attraverso un vero dibattito aperto, oltre gli schieramenti, le provocazioni e i calcoli elettorali, sui temi concreti di cambiamento per la nostra Santarcangelo e per come la immaginiamo nel futuro prossimo.
Il cambiamento, per l’Italia e anche per noi, è un dato imprescindibile, dal quale può partire la rinascita o confermarsi il declino di un paese, di un’appartenenza sociale.
Siamo consapevoli del fatto che è nostro compito ora chiederci e darci una risposta collettiva sul come immaginiamo possa essere la Santarcangelo del domani, con quali caratteristiche e quali risorse.
Oggi la città vive un presente importante di qualità, mettendo a frutto i risultati di anni di prezioso lavoro e di politiche lungimiranti d’investimenti pubblici, collocandosi tra i luoghi considerati di eccellenza del territorio circostante.
Non dimentichiamo però che la rendita non è infinita, che compiacersi non può essere un limite allo stimolo della crescita e del miglioramento.
Piuttosto invece, ognuno con i propri valori e la propria storia sulle spalle, dobbiamo cominciare a ragionare su come coniugare nuove idee e nuove prospettive alle esigenze dei cittadini e alla forza dell’identità e dell’appartenenza a Santarcangelo.

LA STRADA
Qualcuno  diceva “libertà è partecipazione” e proprio un percorso partecipativo, libero e aperto rispetto a qualsiasi elaborazione in atto, sembra essere la miglior strada da percorrere per raggiungere un nuovo punto di slancio.
L’identità, l’onestà, l’autonomia, la solidarietà, il rispetto per la cosa pubblica; questi sono i valori che insieme decidiamo di rendere protagonisti delle nostre discussioni.
Tutto ciò, significa interrogarsi per mettere in gioco le risorse materiali e immateriali della città su alcuni temi che necessitano di risposte nuove e innovative.
Tramite questo appello pubblico, si cercherà il coinvolgimento e la partecipazione di ognuno, libero cittadino, portatore di interesse o associazione che rappresenti una categoria o un interesse civile, politico e sociale.
Si invita la città ad un dibattito collettivo, anche attraverso i mezzi del ventunesimo secolo, veloci come il web, democratici come un’agorà greca, capaci di segnare la strada più adatta per compiere le scelte migliori nel perseguimento  di un obiettivo comune.
Partiamo alla ricerca di luoghi per collocare il confronto, mediante incontri pubblici, seminari e presentazione di esperienze positive, in spazi autentici e non codificati, conformi ad una dimensione di democrazia senza rete e dove il dialogo possa riservare a tutti una posizione egualitaria.
Questo manifesto si permette di tracciare una linea di partenza per la costruzione di una strada comune molto avvincente e stimolante ma prima di tutto libera e trasparente dove ognuno si mette al servizio di un percorso partecipativo con lo scopo di ascoltare, studiare ed imparare, alla ricerca di prospettive nuove e lungimiranti per tutta la collettività, tracciando un percorso di idee capace di smuovere le coscienze. Un percorso di idee, ma anche di progetti, concreti, tangibili, realizzabili.

Per la Santarcangelo del domani, per chi vuole contribuire a costruire quel domani con passione.