mercoledì 19 agosto 2009

I MALI DELLA RICERCA


“Non è un problema di finanziamenti, ma di cultura. Il governo non ha capito che la ricerca scientifica è uno strumento di ripresa, una risorsa per uscire dalla crisi. Il vero petrolio è nel cervello dei nostri ricercatori”, dice con veemenza Ignazio Marino, senatore candidato alla segreteria del Pd. Convito che più dei soldi conti la volontà di usarli bene, senza gli inghippi e i favoritismi denunciati anche da Antonio Iavarone e Anna Lasorella, i due ricercatori italiani che alla Columbia University hanno scoperto un gene anticancro.
“E’ il metodo a non funzionare. I soldi pubblici vengono ripartiti senza trasparenza. Il meccanismo del peer review, del giudizio tra pari, adottato a livello mondiale, è sconosciuto, applicato appena al 10% dei casi. Da noi il giudizio proviene dal solito gruppo di baroni. Poi non stupiamoci se alcuni tra i più capaci fuggono all’estero, attratti non tanto dagli stipendi quanto dalla certezza di essere valutati sulla base della qualità”.Marino due anni fa e poi ancora nel 2008 aveva ottenuto che venissero introdotti in finanziaria fondi per i giovani sotto i 40 anni. I progetti vengono scelti da scienziati coetanei, metà italiani, metà stranieri, sulla base del peer review. Col primo bando, in ventisei hanno ricevuto 600 mila euro ciascuno.

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