lunedì 12 aprile 2010

Succede anche altro, fuori dall’ombelico del Pd

Riporto quanto detto da Enrico Moretti sul blog dei GD di Rimini.

Da un lato si mantiene tonico l’arrapante dibattito sulle riforme (per ora si è arrivati ad un’ipotesi di semipresidenzialismo alla francese con o senza questa legge elettorale, con o senza accordo maggioranza-opposizione, guardando comunque agli Stati Uniti, senza prescindere -e come si potrebbe altrimenti- dalla bozza Violante; ovviamente, il tutto insaporito da un’abbondante spruzzata di riformismo: praticamente, è cosa fatta). Dall’altro, per non farci mancare nulla, prende corpo, grazie ad un articolo di Prodi, un altro imprescindibile tema: meglio l’attuale direzione nazionale o meglio dare tutto il potere in mano ai segretari regionali? Meglio, insomma, un partito ad impronta nazionale o fondato su base regionale? E, soprattutto, quale sarà il ruolo di Chiamparino in tutto ciò? Insomma, l’ennesima discussione tutta interna ed autoreferenziale (è questo il partito popolare?) e tutta sull’organizzazione. Del resto, di parole d’ordine, contenuti e idee ne abbiamo già troppe ed esposte troppo chiaramente. Meglio non esagerare: l’elettore potrebbe esserne sommerso.

Intanto, nel mondo di fuori, due piccoli avvenimenti.

A Lashkar Gah, in Afghanistan, tre medici italiani di Emergency sono da 72 ore nelle mani dei servizi segreti afgani. La solidarietà della “società civile” si è mossa: l’appello “Io sto con Emergency”, lanciato appena ieri sera, ha già raccolto oltre 90 mila adesioni, tra cui quella dell’ex comandante delle forze Nato per il sud-Europa, generale Fabio Mini; sabato a Roma è stata convocata una manifestazione a sostegno dei tre operatori. Persino dal governo, pur in mezzo alle deliranti parole di Gasparri e a diversi tentennamenti, è arrivata, perlomeno a parole, un’indicazione chiara, per bocca del ministro degli esteri Frattini: “Non li abbiamo abbandonati”. Dal Pd, neanche una parola, un commento, un fiato: nemmeno una dichiarazioncina per dire che aspettiamo l’evolversi degli eventi nel rispetto di tutte le posizioni (che, più o meno, è quello che diciamo sempre). Niente, zero carbonella.

Nelle stesse ore, in un ospedale in provincia di Milano, pare che una bambina nigeriana sia morta perché le cure gli sono state negate fino a quando non sono intervenuti i carabinieri perchè il padre, da poco disoccupato, non aveva potuto rinnovarle la tessera sanitaria. Anche qui, niente, se si esclude l’indagine avviata da Ignazio Marino, che lo ha fatto però in qualità di Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale.

Comunque, non bisogna essere pessimisti. In realtà, questo silenzio nasconde una strategia raffinatissima: se Emergency non potrà più lavorare in sicurezza in Afghanistan lo abbandonerà, tornerà in Italia, curerà tutti coloro che si troveranno nelle condizioni di quella sfortunata bambina e tutto sarà risolto.

Nessun commento:

Posta un commento