mercoledì 21 ottobre 2009

Perchè ho scelto Marino

L’altra sera Ivano Marescotti che tutti conosciamo a Santarcangelo per essere colui che ha portato in teatro i monologhi di Baldini si è presentato nella nuova veste di sostenitore della candidatura di Ignazio Marino alle primarie del PD.

Mentre ascoltavo tutte le condivisibili ragioni di necessità di cambiamento, di delusione nel progetto PD ma di bisogno che invece funzioni, mi è venuta in mente una poesia di Baldini, si intitola “Basta!” e dice così:

“E pu basta, a m so stoff, l’è tott i dè cumpagn,u n s nu n po’ piò.

A m vì fè crèss i bafi!”

La rivoluzione minima, non ne posso più ma tutto quello che riesco a fare, il cambiamento più grande che riesco a produrre è….farmi crescere i baffi! Non conosco una sintesi migliore per raffigurare il desiderio di cambiamento insieme alla consapevolezza che niente cambierà, perciò ci si accontenta delle cose minime e ci si illude che siano grandi, importanti, epocali.

Nell’aria c’è questo.

Un centro sinistra che non riesce a ricostruirsi e la riproposizione continua di visi e strategie vecchie, che non hanno funzionato e che tantomeno funzioneranno in futuro.

Ma attenzione, dire che il pd non funziona, dire che è necessario un cambiamento, non vuol dire far finta di cambiare, o riempirsi la bocca di novità nebulose che si riducono appunto a un paio di baffi!

Questa volta abbiamo bisogno di sostanza, solo la sostanza e l’esempio rendono credibili, non c’è altra strada. Marino rappresenta questo. Sono anni che diciamo che siamo stufi di politici di professione, bene, Marino è un chirurgo, di fama internazionale.

Ho letto il suo libro, ne ho condiviso ogni parte, i valori di un uomo libero, che crede nella libertà e nelle capacità individuali, nel lavoro, che sostiene fortemente lo stato sociale, la solidarietà e i diritti civili e poi tanti viaggi, tante esperienze, grande capacità di prendere decisioni, onestà intellettuale, determinazione nel credere che si può cambiare, si possono migliorare le cose, con l’impegno, la volontà ,la capacità di accettare nuove sfide, con coraggio e senza convenienze personali; il difetto che gli riconosco è quello di non essere un grande oratore, ma forse anche qui è ora di un po’ di sobrietà in un paese che di parole e proclami , promesse e discorsi ne ha ascoltati anche troppi.

Mi sono detta, era ora!

Finalmente qualcuno credibile che si alza in piedi e parla chiaramente di contenuti, e dice dei si e dei no! Niente ma, niente forse, niente vedremo. Solo pochi esempi: parla di POLITICA ENERGETICA e dice: “Stupido lasciare una fonte non rinnovabile e sporca come il petrolio per affidarsi ad un’altra fonte altrettanto non rinnovabile e molto più sporca. La ricerca deve andare verso le fonti pulite e rinnovabili con decisione.” Di DIRITTI CIVILI PER TUTTI: (sembra strano doverlo ribadire nel 2009!) “I cittadini sono uguali di fronte alla legge ed hanno gli stessi diritti e doveri senza differenza alcuna rispetto alla provenienza, al genere, alle inclinazioni sessuali.” Parla di SOSTEGNO DEL MERITO: “dare fiducia ai cittadini creando sistemi di controllo che premino il merito in ogni ambito, a scuola, nel lavoro, nei servizi, sistemi internazionali che esistono e che dobbiamo importare anche in Italia”. Di POLITICA DELL’ACCOGLIENZA: ”Il Partito Democratico rigetta l’idea di un paese che respinge in mare chi cerca di approdare sul nostro territorio senza curarsi del loro destino, o che rifiuta le cure sanitarie a chi non è burocraticamente in regola”. E pone l’accento sulla LAICITA’ COME METODO, un fatto fondamentale per l’Italia. Porsi in un’ottica laica significa preoccuparsi di fondare principi generali e regole dello Stato ai quali tutti devono attenersi, ma all’interno dei quali ognuno può trovare la propria posizione. In maniera del tutto erronea il principio di laicità viene opposto come contrario ai valori cattolici. Se lo Stato (che è laico e che considera il matrimonio un contratto tra due persone) ammette il divorzio, questo significa forse che i cattolici (che invece lo considerano un Sacramento) siano costretti a divorziare? Se si approvasse un testamento biologico nel quale ognuno avesse la possibilità di decidere quali presidi medici accettare in caso si trovasse nell’impossibilità di esprimere una volontà, qualcuno vieterebbe forse ad un cattolico di fare la propria scelta e pensando che la vita è sacra sempre e comunque prolungarla fino a quando la tecnologia lo consente? Una visione laica consente scelte personali (voglio essere attaccato alle macchine, non voglio essere attaccato alle macchine, voglio essere alimentato artificialmente, non voglio essere alimentato artificialmente ecc.) dentro regole definite uguali per tutti (lasciare un testamento per iscritto, sottoscritto e datato che attesti la volontà del singolo sempre e solo su sé stesso).

Proprio ieri c’è stata la proposta di un’ora di religione mussulmana a scuola e Marino ha risposto: “perché non Ebrea, o Ortodossa, o Indu, o Buddista?” Se è legittimo l’insegnamento di una religione, poi di due, perché non di tre o quattro? La scuola (pubblica e laica) dovrebbe fornire un’ora di storia delle religioni, sarebbe uno strumento importante per capirsi, conoscere il significato delle rispettive usanze e tradizioni, valorizzarne i punti in comune utili all’integrazione e alla convivenza delle persone, ma il Catechismo va lasciato alla Chiesa, alle Chiese. Questo vuol dire essere laici, costruire le regole generali entro le quali ognuno può applicare il proprio credo, i propri valori, questo amplifica l’idea di convivenza civile.

E’ importante che il 25 ottobre, dalle primarie del PD esca una nuova classe dirigente e questo succederà solo con l’affermazione di Ignazio Marino.

E’ importante che il 25 ottobre, in tanti ricompiano l’atto di fiducia di alzarsi e andare a votare, per dimostrare che un partito che si rispetti sceglie democraticamente il proprio leader dal basso, e che questa volta cambiamo sul serio e finalmente entriamo nel XXI secolo!


Paola Donini

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