martedì 5 gennaio 2010

L'uguaglianza è felicità

Sto leggendo un interessante libro: 'La misura dell'anima. Perchè le diseguaglianze rendono le società più infelici', in cui i ricercatori Richard Wilkinson e Kate Pickett analizzano le società ricche del globo e degli Stati Uniti. Emerge una situazione veramente interessante, gran parte delle questioni sociali e sanitarie, ad esempio speranza della vita, disagio giovanile, obesità, suicidi, depressione, utilizzo di psicofarmaci, malattie mentali, violenza, bullismo, mobilità sociale, rendimento scolastico... sono correlati strettamente con il grado di disuguaglianza delle società che li producono.

Ovviamente non è l'unico fattore, probabilmente conteranno molto o altrettanto libertà personale, relazioni interpersonali e fattori culturali, ma è sorprendente come questo tema che per gli ultimi due o tre secoli è stato portato avanti come fatto di giustizia, di umanità, lo si può iniziare a considerare come un tema misurato scientificamente cruciale per il benessere delle persone, per la loro felicità. Una società più egualitaria va ha beneficio anche di chi è più ricco, tutti i componenti della società ne traggono beneficio, fatto straordinario! Favorisce la creazione di reti di relazione tra le persone, cosa che ricerche degli ultimi tempi dicono aumentare la salute fisica delle persone a causa del benessere psicologico. Quindi una società egualitaria è migliore, non per astratte ideologie socialisteggianti, ma perchè la ragione ci dice che le persone sono più soddisfatte e felici in quelle società.

Gli studiosi ci dicono che la felicità della persona non è solo un fatto individuale, da cercare dentro se stessi, ma dipende fortemente dalla società in cui si vive, e quali sono le società che la favoriscono, sta poi alla politica lottare affinchè queste teorie vengano applicate alla realtà e non relegarle a velleitari utopie.


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