domenica 8 novembre 2009

il momento dell'addio

staino calearo

Non si fa così, però. Stavamo cominciando, lentamente e con difficoltà, ad elaborare il lutto per l’abbandono di Rutelli e a superare i traumi per la sua inaspettata dipartita, quand’ecco che un’altra ferale notizia si abbatte su di noi, mettendo a dura prova i nostri sentimenti: Massimo Calearo ha deciso di lasciare il Pd. E’ proprio vero che le disgrazie non vengono mai da sole e che al peggio non c’è mai fine. Siamo a conoscenza del fatto che esiste, nel nostro partito, una piccola ala di giustizialisti laicisti passatisti nostalgici della socialdemocrazia e del PCI che accoglieranno questo triste evento come una lieta novella, che si chiederanno cosa c’è stato a fare fino ad oggi l’ex numero uno di Federmeccanica in un partito di centrosinistra, che si interrogheranno su quale sia stato il contributo da lui portato al dialogo col nord-est, motivo per il quale era stato eletto. Sappiamo che non comprenderanno le motivazioni con cui ha deciso di lasciare, imputando al Pd di essere, al tempo stesso, troppo poco moderato e troppo poco americano, proprio oggi che a guidare gli Stati Uniti c’è Barack Obama, presidente che più rivoluzionario non si può. Possiamo immaginare facilmente il loro esercitarsi in sterili battute del tipo: “Calearo chi?”, intendendo con ciò sottolineare lo scarso appeal di cui, a loro giudizio, godeva nella base. A questa piccolo gruppetto in seno al partito non vogliamo rispondere, non adesso: oggi è il momento del silenzio, della riflessione e della condivisione di questi amari momenti con le persone care.

P.s. Pare, stando ai dati di un gruppo di ricercatori americani, che in Italia si sia registato, nell’ultima settimana, un aumento del consumo di bottiglie di champagne. Pare anche, secondo loro elaborazioni, che il trend tenderà ad aumentare. Gli esperti stanno cercando di risalire alle cause dell’insolito fenomeno.


Enrico Moretti

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